Regia: John Huston (1961)
Il gruppo è diretto verso casa di Guido. Gli uomini fanno strada nel camion di Guido; le donne seguono nell'auto che Roslyn ha noleggiato. La vista sul paesaggio del Nevada è spettacolare: aspre montagne sotto nuvole basse.
“Mmm. Cos'è questo buonissimo odore?” – si chiede Roslyn – "Odora di profumo verde".
"È salvia, tesoro".
"Oh certo! Non l'ho mai sentito se non in bottiglia. Caspita, è bellissimo qui”.
Isabelle avverte la donna più giovane: "Senti, cara ragazza, penso che sia meglio che ti dica qualcosa sui cowboy".
"Ti preoccupi davvero per me, vero?"
“Beh, sei troppo credulona. I cowboy sono gli ultimi veri uomini rimasti... e sono affidabili quanto le lepri".
“Qualcuno è diverso? Forse non dovresti credere a quello che dice la gente. Forse non è nemmeno giusto per loro".
Nel frattempo, sul camion, Guido sta cercando di dare a Gay lo scoop su Roslyn.
"Non riuscivo a sentire quello che le ha detto, ma sembrava che lei avesse lasciato lui". Gay non risponde. Cappello in giù sugli occhi, sigaretta che ciondola dalle sue labbra, sembra non avere alcun interesse.
Guido ci riprova, facendo una pausa mentre cerca le parole di cui ha bisogno. “– il marito. Lei è un po’ difficile da capire, sai? Un minuto sembra un po' stupida e nuova di zecca, come una bambina... e il minuto dopo..."
Si sa muovere, non è vero?" chiede con uno sguardo malizioso.
"Mmm", grugnisce Gay. "Lei è di prima scelta".
I veicoli attraversano un’apertura in un recinto di legno e parcheggiano accanto alla casa di Guido, una casa a un piano circondata da alberi ai piedi di una montagna. Metà della struttura è uno scheletro di travi di legno, con un camino.
Guido apre la porta d'ingresso.
Una volta entrati, Roslyn osserva, con un po' di entusiasmo: "Non è ancora finita!"
"È impermeabilizzata" – la rassicura Guido, colpendo un muro con la mano aperta – "Venite dentro!"
Guido mostra ai suoi ospiti la casa. Roslyn indossa ancora i vestiti che ha scelto per il tribunale, ma si è sciolta i capelli.
"Questo è il soggiorno... E questa sarebbe stata un'altra camera da letto". Apre la porta ed entra la luce del sole. La stanza è solo una struttura di legno, con una scala appoggiata: una testimonianza dell'incompletezza della vita di Guido.
Ma Roslyn si sporge verso la stanza incompleta e dice: “Oh! È ancora più bella in questo modo!”
"Ecco una finestra panoramica" – continua Guido – "Dai un'occhiata a questa vista!" Ci sono anche gli altri, ma lui sta parlando solo a Roslyn. Ma la finestra è opaca a causa della sporcizia. Lui cerca di pulirla con la mano ma non serve a niente. Guarda Roslyn, imbarazzato. In un’altra bella ripresa, lei riempie metà dell'inquadratura e il resto sono rettangoli di luce, con il profilo di Guido e le sue dita imploranti.
Pensando velocemente, Guido si avvicina alla porta e la apre, rivelando un panorama di montagne ondulate e landa selvaggia.
"Date un'occhiata a quello!" si vanta. Per apprezzarlo, devono solo guardare oltre il recinto di legno pericolante, la macchia e le cianfrusaglie nel cortile.
Mentre Isabelle lancia uno sguardo diffidente verso Guido, Roslyn esclama meravigliata: “Caspita! Continua all'infinito”.
Restaurata la sua reputazione, Guido continua il giro. Quando finisce sono rimasti solo lui e Roslyn.
“Ecco la nostra... Questa era la nostra camera da letto. Mia moglie. È morta qui".
C'è un letto matrimoniale coperto con un copriletto con dei motivi e una lampada su un comodino. Sul muro dietro il letto è appesa una fotografia in una cornice elaborata, con un rosario drappeggiato sopra. Sono Guido e sua moglie il giorno del loro matrimonio.
La camera da letto è l'unica cosa che abbiamo visto in casa che non sembra improvvisata o abbandonata.
"Mi dispiace", mormora Roslyn a disagio.
Guido spiega cosa è successo. “Stava per avere un bambino. Io stavo lavorando sul tetto... e lei ha urlato... e questo è tutto”. Mentre rivive questo ricordo, la sua faccia è una maschera di dolore.
"Non potevi chiamare un dottore?" Roslyn si allontana da lui, forse per nascondere la propria angoscia. Inopportunamente, lui mette il braccio attraverso la porta dietro di lei.
"Non sembrava essere così malata" – si difende – “Poi avevo una gomma a terra. Non avevo una ruota di scorta. Tutto è semplicemente andato storto. Succede così a volte".
"Sì, lo so" – Roslyn è comprensiva e fa una pausa per un momento – "Eh, non potevi più vivere qui, eh?"
"Ci conoscevamo da quando avevamo sette anni, sai?" La macchina da presa taglia su un primo piano della fotografia del matrimonio.
"Dovresti trovarti un'altra ragazza", consiglia Roslyn.
"Non lo so. Io con qualcun’altra, sembra impossibile, sai? Lei non era come qualsiasi altra donna. Mi sosteneva al cento per cento, senza lamentarsi, come un albero”.
“Forse è quello che l'ha uccisa. Voglio dire, a volte lamentarsi un po' aiuta, forse”. C'è una punta di disperazione nella voce di Roslyn. Si gira per lasciare la stanza, ma il braccio di Guido la sta bloccando. E lui sembra arrabbiato. Lei deve spingerlo da parte per uscire.
Mettendo su una voce allegra, lei urla verso l'altra stanza: "Ehi, Iz, non è un posto magnifico qui?"
"Sì. Sarebbe semplicemente perfetto se qualcuno uscisse per andare alla macchina e portasse qui quella bottiglia di whisky che ho comprato. Con i miei soldi".
"Ehi, è vero!" Guido batte le mani.
"E porta quella borsa della spesa" – ordina lei – "Forse qualcuno vuole un panino".
Guido esce per andare alla macchina e Isabelle va in cucina, lasciando da soli Roslyn e Gay.
Lei sta alla finestra.
"Troppo rude per te, Roslyn?" chiede.
"Non mi dispiace questo”.
“Avresti dovuto vedere sua moglie. Ha aiutato a versare cemento e ha piantato chiodi. Era molto sportiva”, dice Gay.
Roslyn si gira per affrontarlo. "Ora è morta perché lui non aveva una gomma di scorta".
"Beh, è così che va" – dice lui filosoficamente, aggiungendo – "Va anche nell'altra direzione, però. Non dimenticare questo”.
Roslyn lo guarda soltanto di rimando, c’è tristezza nei suoi occhi.
All'improvviso Guido è tornato. “Di sicuro è bello vedere persone qui! Dai, beviamo!”
Mentre assaporano i loro whisky, si discute se le donne vorrebbero rimanere per un po'.
Gay salta su e dice a Roslyn: “Dai. Non c'è posto migliore dove stare. E neanche potresti trovare una compagnia migliore".
"Va bene", concorda lei.
"Proprio così, amica!"
Guido fa sentire tutti benvenuti. “Dai, sedetevi, tutti. Mettiamoci comodi. Di sicuro sono contento che vi piaccia questo posto”.
Chiacchierano per un po' e poi Roslyn chiede a Guido: "Hai una radio o un giradischi? Magari avremo un po' di musica".
Guido si acciglia. "Non c'è elettricità".
"L'autoradio!" suggerisce Roslyn.
Gay schiocca le dita. "Ora chi avrebbe mai pensato a quello?"
"Hai sempre un'idea, vero?" dice Guido. Va a portare la macchina nelle vicinanze e Isabelle si dirige in cucina.
Questi uomini non sembrano avere molta vivacità nelle loro vite e Roslyn li ha stupiti con una semplice idea.
Gay versa a Roslyn un altro drink. “Spero che resterai qui. C’è qualche possibilità?"
"Perché? Che differenza farebbe?"
"Potrebbe fare tutta la differenza del mondo col passare del tempo", dice con un sorriso. Proprio in quel momento, arriva la musica. Gay invita Roslyn a ballare.
Stanno ballando guancia a guancia quando Guido torna. Non è felice di vedere la ragazza su cui ha messo gli occhi tra le braccia del suo amico.
Isabelle fa i complimenti a Gay: "Ehi, balli abbastanza bene, cowboy!"
Ma Guido lo sfida: "Cosa stai facendo?"
"Lei insegnava ballo" – spiega Isabelle – "Sai? Prima di sposarsi".
Guido si avvicina per reclamare una danza con Roslyn, chiedendo con fervore: “Che ne dici del padrone di casa? Spostati, ragazzo, eh?”
"Fai solo attenzione a quei piedini carini!" avverte Gay.
"Non preoccuparti, lei sa come togliersi di mezzo" – risponde Guido, poi dice a Roslyn – "Andiamo!"
I due ballano, con Guido che mostra una certa abilità.
Gay è impressionato e sembra divertirsi guardandoli, neanche un po' geloso. "Dove l'hai imparato, pilota?" Lui commenta con Isabelle: "Non immaginavo che sapesse ballare".
La canzone finisce ma, quando comincia la successiva, Guido si toglie il cappello, lo getta da parte e dice a Roslyn: “Dai, dolcezza. Questa è una buona. Non ballavo così da anni”.
"Tua moglie non ballava?" chiede lei.
"Non come te. Non aveva grazia".
"Perché non le hai insegnato a essere aggraziata?"
"Non si può imparare".
"Come lo sai? Voglio dire, come lo sai? Vedi, è morta e non sapeva come si balla. In una certa misura, forse eravate estranei".
Guido ora si offende. "Non ho voglia di discutere di mia moglie".
Gay li osserva, ma non dice nulla.
“Non essere arrabbiato. Intendevo solo che se l'avessi amata, avresti potuto insegnarle qualsiasi cosa. Perché... stiamo tutti morendo, no? Tutti i mariti e tutte le mogli. Ogni minuto. E non ci stiamo insegnando a vicenda ciò che sappiamo davvero, vero?" Lei sta afferrando disperatamente la spalla della giacca di lui e sembra turbata, ma poi reagisce. “Guido, sei un brav’uomo. Sorridi. Dai”, lo persuade lei.
Più tardi, nell'imminente oscurità, vediamo Guido che esce di casa barcollando, chiaramente ubriaco. Poi arriva Roslyn, piuttosto ubriaca. Cade dalla veranda – che non ha gradini – e proprio tra le braccia di Guido.
Lui cerca di baciarla forzatamente ma, per quanto fuori di sé, lei sa che non lo vuole. Grugnendo e ansimando, lei cerca di allontanarlo con una mano e gli copre la bocca con l'altra. Sulla veranda dietro di loro, Gay è in piedi nel buio, li guarda con disapprovazione.
Alla fine, Roslyn si stacca da lui. Ridacchiando, spinge via Guido e corre nel cortile, lasciando gli uomini a fissarla.
Isabelle si unisce agli uomini a guardare Roslyn che balla nel cortile. Non è niente di simile alle sue danze con Gay e Guido prima. Non è un’esibizione. Questo è tutto per lei; sembra essere parte della natura mentre vaga e si gira. Finisce per aggrapparsi a un albero. I suoi rami frondosi riempiono la parte superiore dell’inquadratura. In fondo, sotto i suoi piedi, le foglie sparse catturano scintille di luce lunare.
Gay va da lei. Mette delicatamente la sua mano grande su quella più piccola di lei e la allontana dolcemente dall'albero, dicendo: "Faremmo meglio a portarti a casa, ragazza".
Lei cade tra le sue braccia, mormorando: “Eri preoccupato per me. Che dolce".
"Voglio solo mantenerti tutta d’un bel pezzettino".
"Tu avresti avuto una ruota di scorta?" gli chiede.
Isabelle chiama da fuori schermo: "Qualcuno farebbe meglio a portarla".
Guido è disposto a lasciarla andare. In questo momento lei sembra un po' troppo per lui. "Vai avanti” – dice a Gay – “Prenderò il camion".
Ma Roslyn non serba rancore verso di lui. Al contrario: le dispiace per lui. "Oh, lz, non lasciare solo il povero Guido".
Gay accompagna Roslyn alla macchina noleggiata, chiama il cane, che salta sul sedile posteriore, e se ne vanno.
Mentre corrono lungo la strada, Roslyn dorme contro la spalla di Gay. Lui la guarda con un silenzioso compiacimento.
Ferma la macchina e lei si sveglia lentamente, aprendo gli occhi.
“Sei davvero una bellissima donna. È quasi una specie di onore essere seduto accanto a te. Brilli proprio nei miei occhi. Questo è davvero quello che provo, Roslyn”.
Lei lo guarda in silenzio.
“Cosa ti rende così triste? Penso che tu sia la ragazza più triste che io abbia mai incontrato”.
“Sei il primo uomo che abbia mai detto questo. Di solito mi viene detto quanto sono felice".
"Questo perché fai sentire un uomo felice".
Lui si inclina verso di lei per un bacio, ma lei lo ferma.
"Non provo quello per te, Gay".
Lui si ferma per un momento, aggrottando le sopracciglia, poi sorride e le dice: "Beh, non scoraggiarti, ragazza. Potresti! Senti, perché non provi a restare qui per un po', vedi cosa succede? Sai, a volte quando una persona non sa cosa fare... la cosa migliore è restare ferma. Ti garantisco che avrai qualcosa qui che non troveresti in ogni angolo".
Le sopracciglia sollevate, lui continua: "Io, uh... potrei non valere molto sotto alcuni aspetti, ma sono un buon amico".
Alla fine riceve un sorriso da lei. "Grazie".
Lui mette in moto la macchina. “Lascia che ti riporti e prenda le tue cose. Prova per un po', vedi cosa succede".
Proseguono per un po'. Quindi Roslyn chiede: "Non hai una casa?"
Lui esita un momento, poi risponde: “Certo. Non ce n’è nemmeno mai stata una migliore".
"Dov'è?" chiede lei.
Lui sorride: "Proprio qui". Fa un cenno con la testa verso la terra intorno a loro: macchia, terreno nudo e montagne lontane. Lei guarda fuori dal finestrino, immersa nei pensieri, poi dà un’occhiata a lui. Lo schermo diventa scuro.
FINE PARTE II
Here is the link to Parte III of this cineracconto. A Vertigo grammar exercise about the film has been posted on at the bottom of Parte VIII. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts.
GLOSSARIO
aggrapparsi – to cling
aggrottando (aggrottare) le sopracciglia – frowning
ansimando (ansimare) – panting
assaporano (assaporare) – they savor, taste
batte (battere) le mani (o/i) – he claps his hands
un camino (o/i) – a chimney
chiodi (o/i) – nails
le cianfrusaglie (ia/ie) – the junk
ciondola (ciondolare) – it dangles
colpendo (colpire) – hitting, slapping
un comodino (o/i) – a bedside table, night table
un compiacimento (o/i) – pleasure
comprensiva (o/a/i/e) – sympathetic
un copriletto (o/i) – a bedspread
il cortile (e/i) – the yard
date (dare) un'occhiata! – take a look!
diffidente (e/i) – wary
un’esibizione (e/i) – a performance
faremmo (fare) meglio – we had better, should
una finestra (a/e) panoramica (co/ca/ci/che) – a picture window
frondosi (fronde) (o/a/i/e) – leafy
“fuori di sé” – out of it
una gomma (a/e) a terra – a flat tire
grugnisce (grugnire) – he grunts
guancia a guancia – cheek to cheek
impermeabilizzata (impermeabilizzare) – it’s weather-proofed (past participle as adjective)
in una certa misura - to a certain extent
inopportunamente – incongruously, ill-timed
le labbra (o/a) – the lips
la macchia (no change for this use of the word) – the brush (dry, desert plants)
meravigliata (meravigliare) – in awe (past participle as adjective)
mette (mettere) in moto – he starts [a vehicle or a machine]
i motivi (o/i) – patterns
odora (odorare) di – it smells like
ondulate (o/a/i/e) – rolling
pericolante (e/i) – rickety
ha piantato (piantare) – she hammered
prima scelta – prime (describing a cut of meat or an animal)
reagisce (reagire) – she snaps out of it
un recinto (o/i) – a fence
restare ferma (o/a/i/e) – to stand still, stay in place
ridacchiando (ridacchiare) – giggling
rude (e/i) – rough
una ruota (a/e) di scorta – a spare tire
salvia – sage (the herb or plant)
uno scheletro (o/i) – a skeleton
schiocca (schioccare) le dita – he snaps his fingers
non scoraggiarti! (scoraggiarsi) – don’t get discouraged!
serba (serbare) – she retains
uno sguardo (o/i) malizioso (o/a/i/e) – a leer
il soggiorno (o/i) – the living room
le sopracciglia (io/ia) – the eyebrows
sparse (spargere) – scattered (past participle as adjective)
la spesa – the groceries
la sporcizia (ia/ie) – the dirt
si stacca (staccarsi) – she breaks away, detaches herself
storto (storcere) – wrong (past participle as adjective)
travi (e/i) di legno – wooden beams
ubriaco (co/ca/chi/che) – drunk
uscisse (uscire) – somebody would go out (congiuntivo)
si vanta (vantarsi) – he boasts
a vicenda – each other