Regia: Keisuke Kinoshita (1954)
La signorina Oishi raccoglie dei fiori e li porta con sé lungo un sentiero stretto, mentre in sottofondo voci di bambini cantano "Una notte con la luna nebbiosa”, una canzone scolastica:
Nei campi di fiori di canola
Il sole al tramonto sbiadisce
Una fitta nebbia incornicia
Le montagne in lontananza
Arriva a una tomba con una lapide che dice "Il defunto sergente Tanko" e si inginocchia lì, lasciando dei fiori.
La canzone continua:
Soffia una brezza primaverile
E guardi in alto il cielo
La luna della sera sorge
In mezzo al vago aroma
di fiori
Sta in piedi pensierosa fino a quando una voce non la interrompe: "Maestra! Signorina Oishi!" Si gira per vedere chi è.
Una giovane donna sta salendo sulla collina. È Mi-san. Dal suo punto di vista, la signorina Oishi sembra essere in piedi tra le lapidi tra le nuvole.
Mi-san spiega: "Mia figlia ha detto che sei tornata a casa da questa parte".
Deliziata, la signorina Oishi risponde: "È così bello vederti!"
Mi-san corre su a raggiungerla.
Mi-san stringe le mani della signorina Oishi ed esclama: "Volevo rivederti. Che coincidenza che mia figlia sarà nella tua classe!" Inchinandosi profondamente, aggiunge: "Per favore prenditi cura di lei!”
"Sarà un piacere". La signorina Oishi ricambia l'inchino. Le donne sono incorniciate da due lapidi, il mare alle loro spalle.
"Quando ho sentito che eri tornata al capo, ho pianto di gioia. Due generazioni. È una cosa così rara".
"Lo devo a Sanae. Lei insegna nella scuola principale. Pensavo di essere troppo vecchia, ma lei mi ha raccomandato".
"Sanae, Kotsuru, Ma-chan ed io ne abbiamo parlato. Vogliamo fare una festa per te da Ma-chan".
"Siete tutte molto gentili. Grazie" – dice inchinandosi leggermente – "Rivedervi di nuovo... sarà così meraviglioso!"
Riferendosi alle tombe, Mi-san commenta: "Tanko voleva così tanto essere un soldato. Suppongo che sia morto felice". Si inchina, le mani premute insieme con riverenza in preghiera.
Indicando, lei dice: "Guarda qui!” Vicino, la macchina da presa fa una panoramica su un’altra tomba dall'alto verso il basso: "La tomba del defunto tenente Takeichi".
La signorina Oishi commenta: "Ha preferito essere un soldato piuttosto che gestire un negozio di riso. Ora è finito qui". Lei singhiozza.
"Anche la tomba di Nita è qui", dice Mi-san, facendo strada.
In questa pacifica giornata luminosa, le due donne stanno in piedi davanti alle tombe, piangendo nei loro fazzoletti. Dietro di loro fioriscono dei bei fiori selvatici.
"Era così grande e rumoroso" – osserva la signorina Oishi – "ma non c’era nessuna cattiveria in lui. Durante la nostra gita scolastica, la sua uniforme era troppo grande, e lo erano anche le sue scarpe". Abbassa la testa e singhiozza.
La signorina Oishi cammina per la strada con i suoi due figli. La sua andatura è impacciata; è invecchiata. Un autobus suona il clacson e arriva rombando dietro di loro. Loro si fanno da parte per lasciarlo passare.
Daikichi commenta: "L'autobus sarebbe più veloce".
"Sei già stanco? Sei proprio un debole", lo prende in giro lei.
"Non sono affatto stanco" si vanta Namiki, suo figlio minore.
"Non mi dispiace camminare", dice Daikichi.
"Oggi farete un picnic, quindi andremo a piedi", concorda la signorina Oishi.
"L'autobus costa", aggiunge Namiki.
"E non sarebbe un picnic", concorda la madre. Le tre figure si raggruppano al centro dell'inquadratura, sullo sfondo montagne ondulate e il vasto cielo.
Daikichi chiede: "Mamma, e se la tua festa durasse a lungo?”
"Potete giocare sulla spiaggia sotto il ristorante".
Così stanno andando alla festa per la signorina Oishi, organizzata dai suoi studenti!
"Ci controllerai ogni tanto?" chiede il fratello più piccolo.
"Va bene. Guarderò fuori e saluterò con la mano".
Di buon umore, continuano a camminare, la signorina Oishi e Namiki tenendosi per mano e dondolando le braccia. Sotto un albero maestoso, la signorina Oishi dice: "Andate avanti ora! Non lasciate i vostri portapranzo!"
"Ci vediamo dopo, mamma!" dicono i ragazzi, partendo.
La signorina Oishi va in un'altra direzione, camminando lentamente. In un'inquadratura lunga, con le erbe selvatiche in primo piano e l’immenso cielo aperto, lei sembra minuscola.
Voci chiamano: "Maestra!" "Maestra!"
Mi-san e Sanae arrivano correndo verso di lei e la signorina Oishi si inchina. Ma loro non si attengono alle formalità. Nella gioia di riunirsi, la abbracciano e la fanno girare.
Saltando su e giù con entusiasmo, dicono alla signorina Oishi che c'è un’ospite a sorpresa.
Sanae spiega: "Mat-chan è venuta da Osaka".
"Davvero?" – dice la signorina Oishi – "Non la vedo dalla gita scolastica".
Da fuori campo, una voce chiama: "Maestra!" e le amiche guardano per vedere chi sia.
È Kotsuru! Arriva di corsa. Dietro di lei si avvicina una donna in kimono bianco e nero.
La signorina Oishi dice con affetto: "Kotsuru, sei così rotonda! Proprio come un'ostetrica!"
Finalmente la donna in kimono parla: "Maestra, sono Mat-chan".
La signorina Oishi si avvicina a lei. "Sono così contenta che tu ce l'abbia fatta, Mat-chan".
Mat-chan risponde: "Quando Misako mi ha scritto, sapevo che non avrei mai più potuto guardarvi in faccia di nuovo se non fossi venuta, così ho messo da parte l'orgoglio e mi sono precipitata qui. Maestra, perdonami!"
Guardando giù verso il mare, vediamo una giovane donna che corre sulla strada. È Ma-chan, il cui ristorante di famiglia è il luogo della festa. "Maestra!" grida.
Corre lungo la strada, e le donne spingono dolcemente in avanti la signorina Oishi.
"Non vedevo l'ora!" dice Ma-chan, prendendo le mani della signorina Oishi. "Prego, entrate!"
"Grazie per aver ospitato questa festa oggi!” risponde la signorina Oishi.
"E Sonki e Kit-chin?" chiede qualcuno.
"Non sono ancora arrivati".
Conducono la loro insegnante a una finestra aperta del ristorante, che si trova tra alberi eleganti.
Mentre strumenti a corda suonano "Auld Lang Syne" in sottofondo, Ma-chan dice: "È un regalo da parte di tutti noi per essere tornata a insegnare nella nostra scuola".
Guardando all’interno attraverso la finestra, la signorina Oishi vede il regalo ed è sopraffatta dall'emozione.
Mani sul viso, si inginocchia, mentre le sue studentesse guardano. È un'altra graziosa composizione, costituita da rami sottili e fogliame, con sullo sfondo l'eterno mare e le montagne al di là.
Il regalo si trova su una piattaforma rialzata nel ristorante, dietro i tavoli che attendono gli ospiti: una bicicletta nuova luccicante.
Kotsuru si china e dice: "Maestra, sediamoci e rilassiamoci".
La signorina Oishi si alza in piedi, guarda la bicicletta e si inchina profondamente.
"Sonki è qui!" Ma-chan corre a incontrarlo.
"Sonki è cieco ora" – dice la signorina Oishi – "Dev’essere difficile. È stato gentile da parte sua venire".
"È riuscito a tornare vivo, ma è dura", commenta Kotsuru. Sopra le loro teste, un ramo frondoso ondeggia nella brezza, incorniciando l'inquadratura.
Mi-san dice: "Sta studiando per diventare massaggiatore. Vive dal commerciante di tofu".
Sanae aggiunge: "Alcune volte ha detto che avrebbe preferito essere morto".
"Povero ragazzo", dice la signorina Oishi.
Ma-chan si avvicina con Sonki, la sua mano sul braccio di lui. Mi-san lo rimprovera scherzosamente: "Ci hai fatto aspettare".
"Scusate il ritardo", dice Sonki, camminando lentamente con il suo bastone bianco.
La signorina Oishi dice: "Sonki, è passato così tanto tempo".
"Maestra!" – esclama lui, inchinandosi profondamente – "Sì, è passato un po' di tempo".
"Cinque anni", aggiunge la signorina Oishi.
"È vero. E guarda in che stato pietoso mi trovo".
"Basta così" – lo rimprovera Kotsuru – "Questa è un'occasione allegra. Sonki, tu siederai accanto alla signorina Oishi".
Dentro, la signorina Oishi versa un po' di sakè per Sonki. "Grazie a tutti per la bicicletta" – gli dice – "È stato così premuroso".
"Non ringraziare me. Non ho potuto dare molto".
"Non importa".
"Grazie a tutti voi, ora posso andare a scuola in bicicletta", dice la signorina Oishi, voltandosi a guardare di nuovo la bicicletta.
Siamo consapevoli che questo gruppo di ex studenti è più piccolo ora rispetto a diciotto anni prima, quando li ha incontrati per la prima volta.
Da fuori campo, una voce dice: "Siete tutti qui?" É arrivato Kit-chin! Sta portando un pesce enorme.
In ginocchio e mettendo da parte il pesce, si inchina davanti alla signorina Oishi. "Maestra, quanto tempo è passato!"
"Sì, è vero". Lei gli restituisce l’inchino.
Ma-chan raccoglie il pesce, mentre Kit-chin spiega: "L'ho preso apposta per la signorina Oishi. Ecco perché sono in ritardo".
Ma-chan porta il pesce in cucina.
"Grazie per esservi presi tutto questo disturbo", dice la signorina Oishi.
Mentre gli ex studenti iniziano a cantare la vecchia canzone di “Madre Corvo”, la foto di gruppo della classe riempie lo schermo.
Madre Corvo,
Perché piangi?
Kotsuru li dirige, mentre la fotografia viene passata di mano in mano.
Perché ho lasciato
I miei sette preziosi piccoli
Là in montagna
Sono preziosi, così preziosi
Madre Corvo canta
Finiscono la loro canzone, ridendo.
Sonki chiede: "Potrei vedere la foto?
Passa la mano sull'immagine.
"È come se potessi vederla", gli dice Sanae.
"Sì, la vedo perfettamente" – risponde lui – "La maestra è qui nel mezzo. Takeichi, Nikuta ed io siamo davanti. Ma-chan è a destra, e Fujiko è qui. Mat-chan stringe le mani con il mignolo che sporge".
La signorina Oishi sta singhiozzando.
Ma-chan sta in piedi fuori, piangendo silenziosamente, con la mano che le copre il viso.
Poi comincia a cantare. In primo piano, vediamo la signorina Oishi, triste e stanca.
Camminando lungo la spiaggia
Alla luce del mattino
Mi viene in mente
Di cose dei tempi passati
La signorina Oishi guarda in basso, le sue mani si stringono lievemente in grembo.
Il suono del vento
Le forme delle nuvole
Lei guarda Sonki mentre lui tiene la fotografia vicino al suo viso e ci passa sopra le dita.
La marea in arrivo
I colori delle conchiglie
Vagando per la spiaggia
Mentre la canzone continua, vediamo i primi piani di quelli che rimangono del gruppo di ventiquattro occhi della signorina Oishi.
Nella luce della sera
Mi viene in mente
Di persone dei tempi passati
La marea che arriva
La marea che se ne va
I figli della signorina Oishi stanno giocando in spiaggia mentre lei è alla festa. Stanno facendo saltare pietre sull’acqua, come facevano i suoi giovani alunni, piccole figure sotto il cielo.
Il colore della luna
La luce delle stelle
È un giorno di pioggia e la signorina Oishi sta andando a scuola con la sua nuova bicicletta.
Sentiamo una canzone:
Ammiriamo i nostri insegnanti
Così grati per la loro gentilezza
Lei va in bicicletta attraverso nebbia, per le strade di montagna vuote.
Gli anni al parco giochi
Sono passati così velocemente
Ci guardiamo indietro
A quei giorni preziosi
Ma ora dobbiamo separarci
e dire addio
FINE PARTE XIII
This is the final installment of this cineracconto. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts as well as additional information about the film.
As always, we recommend an article that provides background and analysis of the film. Please read the lovely, insightful essay by Japanese film scholar Audie Bock, “Twenty-Four Eyes: Growing Pains,” to get a deeper understanding of what this film meant to the Japanese post-war audience, having suffered the privations and heartache of the war years. And, of course: see the film!
VERTIGO A. Gli aggettivi e Io ti salverò! Answer Sheet
VERTIGO B. Gli aggettivi: la natura e Io ti salverò! Answer Sheet
VERTIGO C. Gli aggettivi e. Io ti salverò! Answer Sheet
VERTIGO D. Gli aggettivi:la fotografia e. Io ti salverò! Answer Sheet
GLOSSARIO
al di là – beyond
l’andatura (a/e) – the gait
di buon umore – in good spirits, in a good mood
cieco (co/ca/chi/che) – blind
il clacson (no change) – the (car) horn
la collina (a/e) – the hill
costa (costare) – it costs money
costituita (costituire) – (past participle)
dirige (dirigere) – she conducts (as an orchestra)
dondolando (dondolare) – swinging
facendo (fare) strada – leading the way
si fanno (farsi) da parte – they stand aside
fitta (o/a/i/e) – thick
grembo (o/i) – lap
guardarvi (guardare) in faccia – to look you in the face, to face you
impacciata (impacciare) – awkward (past participle as adjective)
una lapide (e/i) – a grave
lievemente – lightly
maestoso (o/a/i/e) – majestic
la marea (ea/ee) – the sea
ogni tanto – once in a while
l'orgoglio (io/i) – the pride
un’ospite (e/i) – a guest
pietoso (o/a/i/e) – pitiful, pathetic
premuroso (o/a/i/e) – thoughtful
si raggruppano (raggrupparsi) – they cluster, gather
restituisce (restituire) – she returns
ricambia (ricambiare) – she reciprocates
rombando (rombare) – oaring, rumbling
rotonda (o/a/i/e) – plump
rumoroso (o/a/i/e) – noisy
sbiadisce (sbiadire) – it grows dim
sopraffatta (sopraffare) – overcome, overwhelmed (past participle)
sorge (sorgere) – it rises
il tenente (e/i) – the lieutenant
vagando (vagare) – wandering