Regia: Keisuke Kinoshita (1954)
Al suono di un martello, la signorina Oishi si alza in punta di piedi per vedere cosa sta succedendo, poi si precipita fuori dalla stanza.
L'insegnante anziano sta in piedi vicino al muro della scuola. Ci ha picchiato sopra con un martello di legno per convocare i bambini, che vengono di corsa. La bicicletta della signorina Oishi incombe in primo piano.
"Tutti in fila!" grida l'insegnante anziano, mentre la signorina Oishi si precipita a raggiungerli. "Mi sentite? Attenzione!”
I bambini hanno formato due gruppi. La signorina Oishi va dai bambini più piccoli.
"Iniziate tutti la prima elementare, giusto?" chiede, con un gran sorriso sul viso. Appoggia le mani sulle spalle del bambino al margine del gruppo. “Mettiamoci in fila. Venite qui".
Mentre lavora con i più piccoli, sentiamo l'insegnante anziano in sottofondo che fa ancora fatica a mettere il suo gruppo in ordine. "Attenzione! Venite, venite!"
La signorina Oishi alza lo sguardo e chiedendosi: "Sono tutti qui?” Poi cammina lungo la fila, contando: "Uno, due, tre, quattro..."
L’insegnante anziano le chiede: "Ce ne sono dodici?"
Lei si gira verso di lui e riferisce: "Sì, tutti e dodici sono presenti".
Mette in fila i bambini per entrare a scuola. In piedi davanti alla fila, alza la mano e dice: "Guardatemi!” Poi li conduce nella loro classe.
La signorina Oishi sta in piedi davanti alla sua classe, vicino alla lavagna, con il suo registro delle presenze, mentre gli alunni siedono attenti in file ordinate o in gruppi riuniti intorno ai banchi. Origami e bandiere pendono dal soffitto.
"Quando chiamo il vostro nome, rispondete a voce alta" – li istruisce – "Voglio imparare subito tutti i vostri nomi". Lei chiama la lista, e ognuno risponde: "Hai!"*
*Hai significa ‘sì’ in giapponese, ma è anche un termine educato di riconoscimento – in questo caso, che il bambino è presente.
La signorina Oishi scrive i soprannomi dei bambini nel suo registro. Non userà i loro nomi formali in classe.
Quando la giornata scolastica è finita, la signorina Oishi torna a casa in bicicletta. In sottofondo, sentiamo una canzone popolare per bambini chiamata "Città natale". Lei appare così minuscola in questo campo lunghissimo, un puntino sulla striscia brillante della strada che curva tra terreni agricoli e alberi. Una grande distesa di mare e cielo riempie lo sfondo dell'inquadratura.
Lei entra nell'inquadratura da sinistra. Per quanto sia un’estranea, sembra un tutt'uno con l'ambiente circostante – la natura che il regista Kinoshita evidenzia nel suo film. Lei pedala con calma lungo una strada di campagna delimitata da un lato da una risaia e dall'altro dal mare, che si estende fino alle basse montagne all'orizzonte.
Delle nuvole fluttuano in alto, lei passa accanto a due pellegrini con i bastoni da passeggio vicino a un tempio sul ciglio della strada. Delle vesti bianche e i cappelli di carice sono tipicamente indossati dai pellegrini, rendendoli immediatamente riconoscibili come visitatori dell'isola.
Si imbatte in un gruppo di studenti più grandi della sua scuola e fa un cenno.
"Arrivederci!" – gridano – "Grande pietra, piccolo ciottolo!" Il contorno irregolare formato dalle cime delle loro teste richiama la sagoma delle montagne alle loro spalle. Come la signorina Oishi, i bambini sono in armonia con l'ambiente naturale.
In città, la signorina Oishi saluta un altro gruppo di bambini.
"Grande pietra, piccolo ciottolo!" rispondono loro.
E lei se ne va a casa.
Tre donne spettegolano sulla signorina Oishi, bevendo ramune, una tipica bevanda estiva frizzante. In alto, dei pesci sono appesi a un filo ad essiccare.
"Ha scritto tutti i loro soprannomi", dice una donna.
"Ha detto che Mi-san era un nome carino", risponde un'altra donna, con un foulard bianco.
"Sta già facendo dei favoritismi! Probabilmente le hanno fatto un regalo!"
"Ha chiesto a Fujiko se la sua famiglia un tempo era a capo del villaggio, come se fosse una cosa importante".
La donna che tiene in mano un cesto di vimini interviene: "A capo del villaggio? Sono quasi al verde!"
È un altro giorno di scuola.
In piedi su una piattaforma rialzata, la signorina Oishi chiede: "Classe, dove vive l'imperatore?"
Le manine si lanciano in alto. Lei chiama Nikuta.
"L'imperatore vive in un armadio". Gli altri bambini scoppiano a ridere.
La signorina Oishi ride insieme a loro, coprendosi pudicamente la bocca con le mani. Gli altri bambini alzano la mano. Loro lo sanno meglio.
Con un ampio sorriso, lei chiede a Nikuta: "Perché dici questo?”
Molto seriamente, Nikuta chiede: "Non si nasconde nell'armadio della scuola?”
"Quello non è l'imperatore. Quella è solo la sua foto. Questa piccola scuola non ha un posto adatto per la sua foto, così abbiamo sistemato l'armadio per tenerla lì dentro. Non significa che l'imperatore stesso sia lì dentro".
Una dissolvenza ci porta all'aperto, in un ciliegeto, in piena fioritura. In fila, i bambini tenendosi a una corda saltellano. Davanti, la signorina Oishi è la locomotiva del treno, muove le braccia come le aste dei pistoni che mantengono le ruote in movimento. I bambini cantano:
Il treno va scoppiettando
Sbuffa fumo bianco
Ciuf ciuf ciuf ciuf
Ciuf ciuf ciuf ciuf
Attraverso la galleria
Attraverso il ponte ferroviario
Dall'alto, vediamo i bambini salire verso di noi, curvando intorno a un altro cespuglio in fiore. Sullo sfondo si estendono colline ondulate e una trapunta di campi. La signorina Oishi è al centro del gruppo, tiene per mano i bambini mentre cantano:
Madre Corvo, perché piangi?
Perché ho lasciato
I miei sette preziosi piccoli
Là in montagna
Sono preziosi, così preziosi
Un’altra dissolvenza ci porta alla canzone finale. I bambini danzano in cerchio, tenendosi per mano, accanto a un lago bordato da montagne.
Si è aperto, si è aperto
Cosa si è aperto?
Si mettono le mani sopra la testa, fingendo di essere dei fiori di loto, e girano su loro stessi.
Il fiore di loto si è aperto
E nel momento in cui si è aperto –
I fiorellini di loto si siedono e si piegano, con le mani incrociate sul petto. Poi battono le mani.
Si è chiuso di nuovo
Prima ancora che me ne accorgessi
Si è chiuso, si è chiuso
Cosa si è chiuso?
Il fiore di loto si è chiuso
E nel momento in cui si è chiuso
Si è aperto
Prima ancora che me ne accorgessi
È una sera piovosa a casa della signorina Oishi, dove una finestra è illuminata nell'oscurità. Riusciamo a sentire la pioggia che batte sul tetto.
All'interno della casa, la signorina Oishi, in kimono, corregge i compiti con il suo pennello da calligrafia. Sua madre (Shizue Natsukawa) alza lo sguardo dal cucito e dice: "Spero che domani smetta di piovere. La tua scuola è così lontana".
La signorina Oishi si sporge in avanti. "Oggi ho chiesto all'altro insegnante perché le persone lì non sono più amichevoli. Ha riso e ha detto che il mio completo e la mia bicicletta sono troppo appariscenti e mettono la gente a disagio... È scoraggiante".
"Non lasciarti abbattere" – risponde sua madre – "La gente parlerà sempre".
"Dovrei andarci a piedi in kimono? Sono dieci miglia andata e ritorno".
"Una bicicletta non è esattamente un lusso". Il fumo sale dall'hibachi* nella stanza in ombra.
"Questo è quello che ho detto! Gli ho detto che l'ho comprata a rate perché non potevo camminare per tutta quella strada".
"E non l’hai ancora pagata tutta".
"L'altro insegnante risparmia ogni centesimo che può. Una donna che compra a credito... deve pensare che sia un oltraggio. Lo pensano anche gli abitanti del villaggio, ne sono sicura".
*L'hibachi è un dispositivo tradizionale giapponese per il riscaldare la stanza. Secondariamente, viene anche utilizzato per scaldare il cibo o l'acqua per il tè. (Di solito si usa d'inverno. Deve fare freddo stasera!)
La signorina Oishi continua: "Ho fatto il mio completo da sola con il tuo vecchio kimono. Eppure continuano a chiamarmi una 'ragazza moderna'".
"Non c'è niente che tu possa fare". Come consolazione, la madre aggiunge: “E gli uomini più anziani che non hanno mai fatto il preside vengono mandati lì come ultimo incarico. Ti manderanno alla scuola principale tra un anno".
La signorina Oishi versa del tè mentre la madre continua il suo discorso di incoraggiamento. "Presto ci saranno le vacanze. Non perdere il tuo spirito. Pazienza, pazienza".
La signorina Oishi corregge le calligrafie dei bambini. Appena dice ogni nome, vediamo il bambino dire "Hai!", come ha insegnato loro a fare.
Racconta a sua madre: "Il giorno in cui ho iniziato a insegnare è stato anche il primo giorno di scuola per quei dodici bambini. Sembravano così piccoli e ansiosi. Quei ventiquattro occhi che mi guardavano erano così adorabili. Non voglio che quegli occhi adorabili perdano mai il loro luccichio". Sai, mamma, nessuno di quei bambini ha tempo per giocare dopo la scuola".
"La maggior parte deve occuparsi dei fratelli più piccoli o aiutare con l'agricoltura o la pesca. È un villaggio povero. Quindi non dovrei lasciarmi abbattere da un po' di pioggia".
"Questo sì che e parlare!"
"Continuerò, non importa cosa dicono gli altri".
"Questo è lo spirito. Beh, per oggi basta così. La moglie del banchiere vuole sempre tutto di fretta”.
La signorina Oishi raccoglie le sue carte e le porta nell'altra stanza. Sta aprendo un furoshiki,* quando qualcosa attira la sua attenzione.
*Il furoshiki, o stoffa da trasporto, viene usata per portare quasi qualsiasi cosa (scatole di bento per il pranzo, acquisti in negozio, documenti, ecc.). La stoffa viene stesa, gli oggetti vengono messi al centro, e poi gli angoli vengono uniti e legati.
In ginocchio nel suo kimono, sbircia fuori.
"Mamma, ha smesso di piovere", grida.
"Davvero? Bene".
Fa scorrere la porta per aprirla più ampiamente, si sporge e annuncia: "E le stelle stanno venendo fuori..." Lo schermo diventa nero.
FINE PARTE II
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GLOSSARIO
appariscenti (e/i) – flashy
appesi (appendere) – hung (past participle)
appoggia (appoggiare) – she rests, places [something on something else]
un armadio (io/i) – a closet
le aste (a/e) dei pistoni (e/i) – the piston rods
i banchi (co/chi) – the school tables, desks
battono (battere) le mani – they clap
bordato (bordare) – rimmed, cordered ( (past participle)
campo (o/i) lunghissimo (o/i) – extreme long shot (cinematic term: a shot from a very long distance to capture a wide area of view; figures appear minuscule; used to establish the characters’ relationship to their environment)
un cespuglio (io/i) – a bush
un cesto (o/i) – a basket
un ciliegeto (o/i) – a cherry orchard
le cime (a/e) – the tops
ciuf ciuf – choo choo
il contorno (o/i) – the contour
convocare – to summon
corvo (o/i) – crow
delimitata (delimitare) – bounded, defined (past participle)
un dispositivo (o/i) – a device
una distesa (a/e) – an expanse
educato (educare) – polite (past participle as adjective)
essiccare – to dry (food, dead animals, etc., not people or inanimate objects)
si estendono (estendersi) – they stretch out
estiva (o/a/i/e) – summer (adjective)
evidenzia (evidenziare) – he highlights
fa (fare) fatica – he struggles, makes an effort
fingendo (fingere) – pretending
fioritura (a/e) – blossom, bloom
fluttuano (fluttuare) – they float
un foulard (foreign word; no change) – a headscarf
la galleria (ia/ie) – the tunnel
si imbatte (imbattersi) – she comes upon, bumps into
l'imperatore (tore/trice/tori/trici) – the emperor
incrociate (incrociare) – folded, crossed (past participle as adjective)
interviene (intervenire) – she chimes in
la lavagna (a/e) – the blackboard
loto (o/i) - lotus
le manine (a/e) – the little hands
un martello (o/i) – a hammer
un oltraggio (io/i) – an outrage
il petto (o/i) – the chest
ha picchiato (picchiare) – he has beaten, hit
si piegano (piegarsi) – they bend over
si precipita (precipitarsi) – he dashes, rushes
primo piano – foreground (can also mean ‘close-up’)
pudicamente – modestly
punta di piedi – tiptoe
‘questo sì che e parlare!’ – ‘now you're talking!’
a rate – on the installment plan
riconoscimento (o/i) – acknowledgement
riempie (riempire) – it fills
una risaia (aia/aie) – a rice paddy
risparmia (risparmiare) – he saves [money]
le ruote (a/e) – the wheels
la sagoma (a/e) – the silhouette
saltellano (saltellare) – they skip
sbuffa (sbuffare) – it puffs
scaldare – to heat
scoppiano (scoppiare) – they burst out
scoraggiante (e/i) – discouraging
abbiamo sistemato (sistemare) – we fixed up, arranged
i soprannomi (e/i) – the nicknames
sottofondo – background
spettegolano (spettegolare) – they are gossiping
si sporge (sporgersi) – she leans
stoffa (a/e) – cloth
tenendosi (tenersi)– they hold onto
tiene (tenere) per mano – she holds hands
un tutt'uno con – at one with
una trapunta (a/e) – a quilt
al verde – broke
le vesti (e/i) – the robes
vimini (e/i) – wicker