Regia: Keisuke Kinoshita (1954)
Titolo italiano: Ventiquattro occhi
Fotografia: Hiroshi Kusuda
Scenografia: Kimihiko Nakamura
Storia: Sakae Tsuboi
La sequenza dei titoli di apertura scorre su un'immagine di acqua che brilla al sole. Sentiamo una canzone giapponese che tradizionalmente i bambini cantano alla fine della scuola. Così scopriamo che l'anno scolastico è appena finito e quello nuovo sta per iniziare!
Una barca galleggia sulle acque tranquille del mare interno del Giappone, il mare Seto, sotto una bassa copertura di nubi. Sullo sfondo, un flauto suona la malinconica melodia scozzese "Annie Laurie", anche cantata nelle cerimonie per la fine dell’anno scolastico. La nostra storia si svolge sull'isola giapponese di Shodoshima.
Vediamo uomini che lavorano sodo in una cava di roccia, e pellegrini* con i tradizionali cappelli conici di carice e i bastoni da passeggio.
*I pellegrinaggi ai siti buddisti sono molto popolari in Giappone. Il percorso di pellegrinaggio di Shodoshima tocca ottantotto siti, tra cui piccole cappelle lungo la strada e una serie di templi costruiti all’interno delle grotte di montagna.
Mentre guardiamo gli autobus scendono lungo una strada costiera, una dissolvenza li sostituisce con figure che camminano. Il muro sul ciglio della strada è scomparso. Abbiamo viaggiato indietro nel tempo.
Sulla riva, un pescatore rammenda la sua rete. Carri trainati da buoi si muovono tra le colline ondulate. Probabilmente stanno trasportando salsa di soia, una specialità dell'isola.
Una didascalia in giapponese spiega che i bambini di questo villaggio frequentano una scuola locale per i primi quattro anni. Per le classi superiori, dovranno camminare per tre miglia fino a scuola. Questo è, in effetti, un luogo isolato.
Un'altra didascalia riporta la data: 4 aprile 1928.
Sentiamo dei bambini che cantano. Camminano in un piccolo gruppo lungo una strada di campagna.
Il martello suona senza sosta
Volano scintille e schizza acqua bollente
Il vento del mantice soffia senza fine
Il fabbro del villaggio lavora sodo
I bambini indossano kimono tradizionali. Vedendo qualcuno, esultano e corrono attraverso un campo, urlando: "Maestra! Maestra!"
Si riuniscono intorno a lei e, nel dialetto dell'isola, uno studente le chiede: "Se ne va adesso?”
"Ho detto addio al promontorio. Ora dico addio a voi" – risponde l'insegnante (Toyoko Takahashi) – "Ora passate alla scuola principale. Studiate sodo!"
"Com'è la nuova maestra?" chiede uno dei ragazzi.
È molto gentile".
"Ma è solo una principiante?"
"Ogni maestra una volta era una principiante. Avete intenzione di farla piangere come avete fatto con me?" chiede e tutti ridono.
Un uomo in piedi fuori dal gruppo interviene: "Meglio di no! Mia figlia sarà nella sua classe". È il facchino del posto e porta in vita delle campanelle, un marchio del suo mestiere.
"Come si chiama?"
"Signorina Oishi".
"Pietra Grande? Quindi è molto alta!"
"I nomi non sempre vanno bene! Il mio significa ‘piccolo boschetto’, eppure sono abbastanza alta. La signorina Pietra Grande è più bassa di me – mi arriva solo fino alla spalla".
"Allora è un ciottolo. Signorina Ciottolo!"
"Ma lei non piangerà come ho fatto io. Le ho detto: ‘Potresti vedere dei bambini lungo la strada verso la scuola principale. Se ti prendono in giro, fai finta che siano scimmie. E se sono cattivi, fai finta che siano uccelli che strillano’".
L'uomo interviene di nuovo: "Scimmie e uccelli, mettetevi a volare! Siete in ritardo per la scuola!"
Mentre i bambini corrono via verso la scuola, colpiscono le campanelle intorno alla vita dell’uomo. Ridendo, gridano: "Uomo din don dan!"
I due adulti guardano i bambini che vanno via. L'insegnante saluta. "Addio! State bene!” Indossa un kimono tradizionale e geta* ai piedi.
*I geta sono una specie di sandalo con una piattaforma di legno e un laccio in tessuto. Sono alti da terra per evitare che il kimono strascichi e si bagni.
"Addio", gridano i bambini, che si affrettano come una mandria di puledri. I ragazzi sventolano i loro cappelli. L'ultimo ragazzo si gira e grida: "Sia una buona moglie!”
I bambini corrono lungo il marciapiede accanto a una fabbrica di salsa di soia. Un'alta montagna incombe in lontananza. Presto sono nel villaggio e superano le case.
Sentiamo il tintinnio di un campanello e una bicicletta entra nell’inquadratura. La ciclista, con i capelli legati all'indietro, indossa abiti occidentali: una giacca e una gonna scura, con scarpe da ginnastica bianche al posto dei geta che indossano i bambini.
"Buongiorno!" dice. È la nuova maestra, la signorina Oishi (Hideko Takamine).
I bambini si girano e la guardano mentre si allontana.
"Sembra tosta", dice uno.
"Una donna in bicicletta!”
"Una ragazza moderna!"
Andando lungo la costa, lei passa davanti a due persone che lavorano in un campo e grida: "Buongiorno!”
L'uomo esclama: "Una donna in abiti occidentali!”
"Dev’essere la nuova insegnante", suppone la donna.
"Su una bici nuova luccicante!"
In una casa, una donna svuota fuori un secchio d'acqua, che finisce proprio sulla traiettoria della maestra. Ma questo non dissuade la signorina Oishi dal dare un saluto allegro – "Buongiorno!” – mentre passa.
La donna butta giù il secchio e corre a dare la notizia alla vicina.
"Una donna in abiti occidentali è appena passata in bicicletta! Dev'essere la nuova insegnante”.
Corrono alla strada per dare un'occhiata.
"Sembra la giacca di un uomo!"
"Dove andrà a finire il mondo?" – si chiede la vicina – "Andare in bicicletta e indossare un completo! Un vero maschiaccio!"
Una dissolvenza ci porta nel cortile della scuola, dove i bambini dell'inizio del film sono riuniti in un gruppo accanto all'edificio. Il direttore della fotografia Hiroshi Kusuda ha incorniciato elegantemente i bambini tra un arco formato da un albero a sinistra, un tratto di costa, l'edificio della scuola a griglia e un grosso albero a destra che sembra crescere direttamente dalla roccia.
Sentiamo frammenti delle loro chiacchiere.
"Smetti di spingere!”
"Smettila!"
"È carina!" Evidentemente sono riuniti attorno alla bicicletta della signorina Oishi.
Improvvisamente, la maestra si sporge dalla finestra. "Non avete mai visto una bicicletta prima?" Apparentemente, il veicolo moderno sta causando del trambusto ovunque sull'isola.
I bambini indietreggiano.
"Chi vuole un passaggio?" chiede la signorina Oishi, e loro scappano in una grande mandria, lasciando la bicicletta tutta sola, appoggiata contro l’edificio.
All'interno, l'insegnante più anziano (Chishû Ryû) si appoggia a una scrivania per sbirciare i bambini. Ancora una volta, l'inquadratura è elegantemente composta, grazie ai rettangoli formati dalla finestra ed echeggiati dalle tabelle a destra. Il grande pannello della finestra incornicia un tetto fuori, mentre i sei vetri più piccoli mostrano delle nature morte di fogliame e rami.
Dopo un breve sguardo all'esterno, lui si siede e apre un taccuino.
La signorina Oishi si avvicina e sta in piedi dando le spalle alla macchina da presa. Poi si gira verso l’insegnante e gli dice: "La mia casa è lì vicino a quella ciminiera. Ci vogliono cinquanta minuti in bicicletta, anche se sembra così vicina".
"Sì, è bel tempo. Non troppo caldo, non troppo freddo. Ed è appena aprile". Fa una pausa, poi dice: "Penso che andrò a dare un'occhiata". Lascia la stanza.
L'insegnante anziano passa davanti ai bambini rumorosi ed entra in una casetta.
In una stanza buia, sua moglie (Kumeko Urabe) è seduta sul pavimento a lavorare a maglia.
"Ah, cosa farò?" chiede lui, sistemandosi sul pavimento.
"Cosa c'è che non va?”
"Quella nuova insegnante ha la licenza per insegnare e la laurea e tutto il resto. Non come i bifolchi che si trovano di solito da queste parti".
"È intelligente?"
"Sembra di sì".
"Non ti aspettavi che arrivasse in bicicletta".
"Perché mandare qui una maestra elegante così all'improvviso?”
Le campane suonano, e lui guarda in alto, togliendosi gli occhiali. "È la cerimonia di apertura. Il mio discorso dev’essere buono".
"Tieni la testa alta".
"Va bene".
"Meglio indossare le scarpe oggi", gli consiglia.
"Hai ragione. Meglio che oggi abbia un aspetto occidentale". Prende un fascio di paglia e si spolvera, mentre lei va a prendere le scarpe, che sono state avvolte nel giornale.
Incorniciata dalla finestra, la signorina Oishi guarda verso casa sua dall'altra parte del mare. Ha fatto molta strada per insegnare ai bambini di quest'isola. La storia della sua vita con loro sta per iniziare. Ci porterà attraverso gli anni prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, documentando eventi grandi e piccoli, mentre assistiamo allo svolgimento della vita quotidiana qui con tutte le sue gioie e dolori, gli alti e bassi.
FINE PARTE I
Note: As you know from experience – or from reading our post on writing subtitles – subs are notoriously inaccurate. Even good subtitles are compressed to fit into a small space that moves quickly. For films in English and Italian, we ignore the subtitles and simply transcribe the spoken dialogue verbatim into the cineracconti. With other languages, we need some help.
For Twenty-Four Eyes, we hired Kumiko Yamamoto, a bilingual scholar who specializes in Persian literature and the films of Abbas Kiarsotami, who has also translated subtitles for a range of films. Kumiko is a fellow of the Institute for Languages and Cultures of Asia and Africa, Tokyo University of Foreign Studies.
Kumiko checked the subtitles for us and filled in missing dialogue, but she went beyond that to act as cultural consultant, informing us about background details that we have folded into the story. For example, she let us know that the group walking in the countryside early in this installment did not consist of workers, as we’d assumed, but pilgrims. That led us to research and write a note about traditional Japanese pilgrimages.
The cineracconto installments that you will read over the coming weeks have been significantly enriched by Kumiko’s contributions, which provide insights and context unavailable to many non-Japanese viewers of the film.
Here is the link to Parte II of this cineracconto. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts as well as additional information about the film.
GLOSSARIO
alunni (o/i) – pupils
assistiamo (assistere) – we witness
avvolte (avvolgere) – wrapped (past participle)
i bastoni (e/i) – the sticks
i bifolchi (co/ca/chi/che) - the country bumpkins
boschetto (o/i) – grove
buoi (ue/uoi) – oxen
cappelli (o/i) di carice – sedge hat
una cava (a/e) – a quarry
le chiacchiere (a/e) – the chatter
il ciglio (io/i) – the roadside
ciminiera (a/e) – smokestack
un ciottolo (o/i) – a pebble
un completo (o/i) – a suit
il cortile (e/i) – the yard
costiera (o/a/i/e) – coastal
dare un'occhiata – to have a look
decenni (io/i) – decades
una didascalia (ia/ie) – a caption
din don dan – ding-a-ling
una dissolvenza (a/e) – a dissolve (cinematic term: the end of one scene or shot blends into the beginning of another one)
‘dove andrà a finire il mondo?’ – ‘what’s the world coming to?’
echeggiati (echeggiare) – echoed (past participle)
elegante (e/i) – classy
un'emarginata (o/a/i/e) – an outsider
esultano (esultare) – they cheer
fa (fare) la pendolare – she commutes
il fabbro (o/i) – the blacksmith
il facchino (o/i) – the porter
fai (fare) finta! – pretend!
un fascio (io/i) – a bundle
il fermento (o/i) – the turmoil
frequentano (frequentare) – they attend
galleggia (galleggiare) – it floats
griglia (a/e) – grid
le grotte (a/e) – the caves
incombe (incombere) – it looms
indietreggiano (indietreggiare) – they back away
un laccio (io/i) – a thong, (shoe) lace
lungo la strada – wayside, on the way
luccicante – shiny (present participle as adjective)
maglia – knitting
una mandria (ia/ie) – a herd
il mantice (e/i) – the bellows
il martello (o/i) – the hammer
un maschiaccio (io/i) – a tomboy
il mestiere (e/i) – the trade
mettetevi (mettersi) a volare! – get flying!
miglia (io/ia) – miles
le nature (a/e) morte (a/e) – the still lives
un'occhiata (a/e) – a glance
ondulate (ondulare) – rolling (past participle as adjective)
paglia (ia/ie) – straw
pellegrini (o/a/i/e) – pilgrims
pietra (a/e) – stone
al posto – instead, in place [of something]
prendono (prendere) in giro – they tease
il promontorio (io/i) – the cape
puledri (o/i) – colts
rami (o/i) – branches
rammenda (rammendare) – he mends
la rete (e/i) – the net
la riva (a/e) – the shore
schizza (schizzare) – it splashes
scimmie (ia/ie) – monkeys
scintille (a/e) – sparks
scorre (scorrere) – it rolls
un secchio (io/i) – a pail
sistemandosi (sistemarsi) – getting settled
sodo (o/a/i/e) – hard, deeply
soffia (soffiare) – it blows
sosta (a/e) – pause, rest
sostituisce (sostituire) – it replaces
si spolvera (spolverarsi) – he dusts himself off
si sporge (sporgersi) – she leans
strascichi (strascicare) – it drags (congiuntivo)
strillano (strillare) – they squawk
superano (superare) – they pass
sventolano (sventolare) – they wave
svuota (svuotare) – she dumps
le tabelle (a/e) – the charts
un taccuino (o/i) – a notebook
tessuto (o/i) – fabric
il tintinnio (io/ii) – the tinkle
tosta (o/a/i/e) – tough
la traiettoria (ia/ie) – the path
trainati (trainare) – pulled (past participle)
il trambusto (o/i) – the uproar
un tratto (o/i) – a stretch, section
vanno (andare) bene – they fit
la vicina (o/a/i/e) – the neighbor
vita (a/e) – waist
ci vogliono (volerci) – it takes [an amount of time]