Regia: Delbert Mann (1955)
Sceneggiatura: Paddy Chayefsky
Fotografia: Joseph LaShelle
Scenografia: Robert Priestley
Il film si apre su una vivace strada del Bronx: Arthur Avenue. Gli uomini indossano magliette bianche e le donne sono in abiti estivi: è una giornata calda. La macchina da presa fa una panoramica fino a un camion con i portelloni posteriori aperti, da cui un uomo in tuta da lavoro bianca scarica un quarto di manzo. Se lo mette in spalla e lo porta in una macelleria.
Il macellaio (Ernest Borgnine) lo saluta e apre per lui la porta della cella frigorifera: "Ciao, Sam!"
"Ciao, Marty! Grazie!"
Quindi il macellaio è Marty, e questa storia parla di lui. Marty torna al bancone con un pezzo di carne per una cliente che lo sta aspettando.
Mentre tira un pezzo di carta dal rotolo per avvolgerlo, lei gli dice: "Il tuo fratellino si è sposato domenica, eh, Marty?"
"Esatto, signora Fusari. È stata una cosa molto carina". Comincia a tagliare la carne.
"Quel ragazzo alto con i baffi?"
"Oh, no, quello è l’altro mio fratello, Freddie. Si è sposato circa quattro anni fa. Abita a Webb Avenue. Quello che si è sposato domenica è mio fratello minore, Nicky".
Marty indossa un grembiule bianco e una camicia bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti.
"Era un tipo grande, alto e grasso. Non l'ho incontrato già una volta? Un tipo grande, alto e grasso che ha cercato di vendermi un’assicurazione sulla vita?" chiede lei.
"No, quello è il marito di mia sorella Margaret, Frank", dice Marty mentre si pulisce le mani sul grembiule. "E mia sorella Rose ha sposato un costruttore. E l'altra mia sorella, Frances, si è sposata due anni e mezzo fa nella chiesa di St. John", continua mentre taglia la carne. "Oh, è stata una cosa molto carina".
Mette la carne sulla bilancia, dicendo: "Bene, vediamo ora. Sono $1.79. Va bene, signora Fusari?"
Lei si avvicina al bancone borbottando: "Bene..." ma la cliente dietro di lei si lamenta: "Ehi, Marty! Sono di fretta!"
"Lei è la prossima adesso, signora Canduso", la rassicura Marty mentre avvolge la carne.
La signora Fusari gli chiede: "Quando ti sposerai tu, Marty? Dovresti vergognarti di te stesso. Tutti i tuoi fratelli e le tue sorelle più giovani di te... Si sono sposati, hanno avuto dei bambini. Ho incontrato tua madre dal fruttivendolo, mi ha chiesto: ‘Eh, conosci una brava ragazza per il mio ragazzo, Marty?’ Qual è il tuo problema? Questo non è il modo! Qual è il tuo problema?”
Marty prova a porgerle il pacchetto di carne, ma lei non lo prende, così lo mette sul bancone. Mentre lei continua a parlare, lui cerca di interromperla, indicando la signora Canduso, che sta aspettando ed è di fretta. "Signora Fusari –"
Ma lei è inarrestabile! "Ora tu ti sposi! Senti cosa ti sto dicendo?”
"La signora Canduso sta –"
"Sposati! Il mio ragazzo Frank aveva diciannove anni quando si è sposato".
"È magnifico", dice lui.
"Qual è il tuo problema? Dovresti vergognarti di te stesso!" Alla fine mette i soldi sul bancone e se ne va, disgustata.
La signora Canduso si avvicina al bancone dicendo: "Marty, voglio un pollo bello grosso, circa quattro libbre".
"Certo", risponde lui mentre va a mettere il pagamento della signora Fusari nel registratore di cassa. La sua faccia è una maschera di imbarazzo, fastidio e rassegnazione.
Si volta verso la signora Canduso al suo commento: "Ho sentito che il tuo fratellino si è sposato domenica scorsa!"
"È vero. È stata una cosa molto carina", dice sorridendole mentre scrive l'ordine.
Ma lei aggiunge: "Marty, dovresti vergognarti di te stesso! Tutti i tuoi fratellini e sorelline si sono sposati e hanno avuto figli. Quando ti sposerai?" Marty alza gli occhi al cielo e si imbroncia. Clang! Apre il registratore di cassa.
Una dissolvenza ci porta al bar del quartiere di Marty, pieno di clienti, tutti maschi. La radio trasmette un programma sportivo. Quando arriva Marty saluta alcuni suoi amici che stanno uscendo. Qui lui è di casa! Si è tolto il grembiule ma indossa ancora la camicia bianca, le maniche arrotolate fino ai gomiti.
Si avvicina a tre tipi al bancone che stanno parlando e guardando una rivista sexy. Sul bancone bottiglie di birra. Chiede loro: "Ehi, Angie, è venuto?" Uno di loro indica senza parlare una panca.
Marty chiama "Ehi, Angie, vuoi una birra?"
"Sì, penso di sì".
Mentre Marty fa la sua ordinazione, uno degli uomini, Ralph (Frank Sutton), gli mette la mano sulla spalla e dice: "Io e Leo abbiamo rimorchiato due infermiere –" Ma viene distratto dalla rivista e non finisce. Marty prende le sue due bottiglie, i bicchieri, e si dirige verso il tavolo di Angie.
Si siede. Ralph lo ha seguito dal bancone. Mentre Marty inizia a versare la sua birra, Ralph gli dice: "Io e Leo abbiamo un appuntamento con due infermiere stasera. Dobbiamo prima portarle da qualche parte, capisci cosa intendo? Quindi adesso ho qualche problema di contante… " Marty smette di versare la birra e guarda su verso il suo amico, che continua: "E io... Ti devo già dieci dollari, no? Troverò il denaro da qualche altra parte". Se ne va.
Marty guarda Angie (Joe Mantell), scuotendo la testa. "Quel Ralph. Ha sempre ragazze, ma niente soldi". I due amici sorseggiano le loro birre in perfetta sincronia e poi prendono i loro giornali nello stesso momento. Angie ha un'espressione preoccupata.
"Cosa hai voglia di fare stasera?" chiede.
"Non lo so, Angie. Cosa hai voglia di fare?"
"Beh, dovremmo fare qualcosa: è sabato sera. Non voglio andare a giocare a bowling come sabato scorso".
"Ehi!" – Angie ha un'idea – "Che ne dici di chiamare quella ragazza robusta che abbiamo rimorchiato al cinema circa un mese fa?"
"Qual era quella?" Marty mette giù il giornale e guarda il suo amico.
"Sai, quella ragazza robusta che era seduta di fronte a noi, con l'amica magra?"
"Oh, sì, sì", risponde Marty, tornando a guardare il suo giornale. Non è troppo interessato a chiamare queste ragazze...
"Ricordi, il suo nome era Mary Feeney, le abbiamo portate a casa fin laggiù a Brooklyn? Che dici? Pensi che dovremmo fare loro una chiamata? Io prenderò quella magra".
"No" – risponde Marty piano, scuotendo la testa, guardando giù verso il suo giornale – "Forse ha già un appuntamento".
"Quindi faremo loro uno squillo. Cosa possiamo perdere?"
"Ah, non mi piaceva. Non ho voglia di chiamarla".
"Beh, cosa hai voglia di fare?"
"Non lo so, Angie. Cosa hai voglia di fare?"
"Siamo tornati a quello, eh? Io ti dico: ‘Cosa hai voglia di fare stasera?’ e tu mi dici ‘Non lo so. Cosa hai voglia di fare tu stasera?’ Poi finiamo a ciondolare da te con un paio di lattine di birra, guardando la Hit Parade in televisione".
"Ti dirò cosa ho voglia di fare" – continua. Ha praticamente urlato, ma improvvisamente la sua voce diventa pacata – "Ho voglia di andare a incontrare Mary Feeney". Marty continua a leggere il giornale e non risponde. Ma poi Angie dice: "Le piaci".
Questo attrae l'attenzione di Marty che smette di leggere, guarda il suo amico e chiede: "Cosa ti fa dire questo?"
"Amico, potevo vedere che le piaci".
Ma Marty è scettico. "Sì, certo", dice mentre gira la pagina del suo giornale.
"Chiamala tu stesso, Angie. Non voglio chiamarla".
"Ragazzo, stai diventando una vera scocciatura, lo sai?"
Marty ne ha avuto abbastanza. "Ascolta, Angie, cerco una ragazza ogni sabato sera della mia vita. Ho trentaquattro anni. Sono stanco di cercare. Mi piacerebbe trovare una ragazza. Tutti mi dicono sempre: ‘Sposati, sposati, sposati’. Non credi che voglia sposarmi? Voglio sposarmi. Mi stanno facendo impazzire questi qui!”
Continua, "Ora, non voglio rovinare il tuo sabato sera. Vuoi andare da qualche parte, vai. Io non voglio andare da nessuna parte".
"Ragazzo, anche la mia vecchia. Ogni parola che esce dalla sua bocca: 'Quando ti sposi?'"
"Mia madre, ragazzo, mi fa impazzire". Marty prende un sorso della sua birra.
Entrambi si rimettono a guardare i giornali.
Angie fa un piccolo sospiro e chiede: "Cosa hai voglia di fare stasera?"
"Oh, non lo so, Angie" – dice Marty, girando la pagina – "Tu cosa vuoi fare?"
Un telefono ha suonato e viene fuori che è per Marty. Uno dei dipendenti – un ragazzo vestito di nero – gli dice che è sua madre.
"Mia madre?" chiede Marty, sorpreso. Si alza dalla panca.
Il dipendente dice al telefono: "Sta arrivando, signora Piletti", e porge il telefono a Marty. L’angolo di questa grande città a cui Marty appartiene – il Bronx, New York – sembra davvero un piccolo borgo.
Angie ne ha avuto abbastanza. "Marty, vado a casa".
"Ascolta, Angie, vieni da me verso le 7:30. Penseremo a qualcosa".
Marty si siede nella cabina del telefono. "Ciao, mamma. Che cosa c'è?"
"Tuo cugino Thomas e sua moglie, Virginia, sono qui" – dice sua madre (Esther Minciotti) con un forte accento italiano – "Stanno aspettando di vederti".
"Va bene, mamma. Sarò lì tra circa due o tre minuti. Ascolta, mamma, dì a Thomas di restare in zona. Voglio vederlo per qualcosa".
"Va bene, vieni a casa, eh?"
Guardiamo la signora Piletti che riattacca il telefono e torna in sala da pranzo, dove Virginia (Karen Steele) e Thomas (Jerry Paris) sono seduti al tavolo. Thomas è il primo uomo che abbiamo visto finora che indossa una cravatta.
"Marty sta tornando a casa proprio ora", dice loro.
Virginia inizia a raccontare la sua storia: "Ecco cosa è successo, zia Teresa, riguardo a questa bottiglia di latte con mia suocera. Lei arriva in cucina, inizia a mettere la testa sulla mia spalla. Poi mi dice come spreco soldi e che non so cucinare e che sto allevando il mio bambino in modo tutto sbagliato. E mi ha fatto diventare così nervosa, che ho versato il latte che stavo preparando per il bambino".
Mentre parla, suo marito, Tommy, guarda solo giù verso il tavolo, tormentandosi le dita. È di sua madre che lei sta parlando...
Zia Teresa risponde: "Tommy, tua madre, è mia sorella, ma a volte –"
Virginia continua: "Così lei dice, 'Stai versando il latte'. E continuava a parlare di queste gocce di latte che ho versato. Quindi, alla fine, mi ha fatto arrabbiare così tanto che ho detto: ‘Mamma, vuoi vedermi davvero versare del latte?’ Così ho preso la bottiglia e l'ho lanciata contro la porta. Ma non l'ho lanciata a lei! È solo qualcosa che lei ha inventato. Va in giro a dire a tutti che le ho lanciato una bottiglia di latte! Non l'ho buttata neppure vicino a lei! Ad ogni modo, mi è dispiaciuto subito, ma lei è corsa fuori di casa!"
La madre di Marty dice: "Non so cosa vuoi che faccia, Virginia. Se vuoi verrò a casa tua stasera e le parlerò".
Alla fine Tommy parla apertamente, "Beh, te lo dico io, zia Teresa, noi –"
Ma sua moglie lo interrompe: "Lascia che lo dica io, Tommy".
"Va bene".
"Zia Teresa, vorremmo che tu ci facessi un enorme favore”.
"Certo!"
"Zia Teresa, hai questa casa grande, solo per te e Marty. E ho pensato, forse la madre di Tommy potrebbe venire qui e vivere con te e Marty".
Lei continua: "So che sembro una donna terribile –".
"Oh, no", dice la signora Piletti, toccando la mano di Virginia per consolarla.
"Non ne posso più, zia Teresa. Ogni minuto della giornata, ‘Fai questo, fai quello’. Non ho neanche dieci minuti di privacy con mio marito" – lei lo guarda e dice – "Non possiamo nemmeno litigare! Siamo tutti infelici a casa nostra!"
Comincia a singhiozzare e suo marito la consola: "Ginnie, non ti agitare".
Ma sua zia non è d'accordo con lui. "Lei ha ragione. Ha ragione, Tommy. Due giovani sposi dovrebbero avere una casa propria. E per quanto riguarda mia sorella Caterina, io stessa molte volte ho voglia di lanciarle una bottiglia di latte. Ma te lo dico subito: se Caterina vuole venire a vivere qui con me e Marty, va bene per me".
Virginia tira un sospiro di sollievo. Tommy ha la mano sul suo braccio e la mano di lei è sopra la sua. "È molto gentile da parte tua, zia Teresa", la ringrazia.
Con una nota di cautela, la zia aggiunge: "Naturalmente, dobbiamo chiedere prima a Marty".
"Certo", concorda Tommy.
"Stai seduta qui" – dice Teresa, dando una pacca sulla spalla di Virginia – "vado in cucina".
"Come sta Marty?" chiede Tommy attraverso la porta chiusa.
"Oh, sta bene. Conosci una brava ragazza che può sposare?"
"Oh, non preoccuparti. Si sposerà, zia Teresa".
Lei ritorna scuotendo la testa – "Oh, non lo so. Ciondola in casa tutto il tempo" – Poi si sporge in avanti, chiedendo: "Conosci un posto carino dove può andare a trovare una ragazza da sposare?"
"Beh" – dice Tommy – "C'è la Stardust Ballroom. È una grande sala da ballo. Ogni sabato sera è piena di ragazze. È un bel posto dove andare. È lì che ho incontrato Virginia. Dì a Marty di andare alla Stardust Ballroom. È pieno di sventole".
Sentiamo una porta che si apre e la madre di Marty si alza. "È qui", dice e lascia la stanza. In cucina, Marty è chino sul lavandino, si lava le mani.
Questa cucina – con piatti disposti ordinatamente su mensole e uno strofinaccio appeso a un gancio – ci fa pensare alle cucine della famiglia Parondi in Rocco e i suoi fratelli. Poi notiamo: nelle case dei Parondi un ritratto di famiglia era sempre ben visibile, ma non se ne vede nessuno nella cucina dei Piletti, nella diaspora italiana.
La madre di Marty si precipita in cucina.
"Ciao, Marty", dice lei, dandogli un bacio sulla guancia.
"Ciao, mamma", risponde lui, baciandola a sua volta.
"Thomas e Virginia sono qui. Hanno appena avuto un altro grande litigio con tua zia Caterina. Quindi mi hanno chiesto se va bene se Caterina viene a vivere qui. Io dico, va bene per me, ma dobbiamo chiederlo a te".
Marty smette di lavarsi le mani, toglie lo strofinaccio dal gancio, raddrizza la schiena e guarda sua madre, impassibile. Lei continua: "Marty, è un'anziana sola. Nessuno la vuole. Tutti la stanno buttando fuori di casa".
Marty si asciuga le mani e riflette, poi dice: "Certo, mamma, va bene per me".
Lei gli dà una pacca sulla guancia. "Hai buon cuore".
Nella sala da pranzo, lei annuncia alla giovane coppia: "Marty dice che va bene che Caterina venga qui".
Loro si alzano in piedi. Tommy dice: "Oh, Marty, questo mi toglie un peso".
"Abbiamo spazio in abbondanza qui", commenta Marty.
Zia Teresa dice: "Sarà bello. Vengo a casa vostra stasera e parlo con Caterina. Tutto andrà per il meglio".
Tommy continua: "Voglio ringraziarti perché la situazione stava diventando impossibile".
Teresa lo interrompe dicendogli di sedersi. Lei e Virginia vanno alla porta della cucina dove restano a parlare.
Tommy non può smettere di ringraziare Marty. "Apprezzo quello che stai facendo perché il genere di cose che stava accadendo a casa nostra..." Comincia a raccontare la storia della bottiglia di latte, ma Virginia si volta e gli ricorda che devono essere a casa alle sei per la babysitter.
Ma anche Marty ha qualcosa da dire: "Thomas, prima che tu vada, mi chiedo se potresti darmi un piccolo consiglio".
"Certo, su cosa?"
"Beh, tu sei il contabile in famiglia, e immagino che tu possa sapere di queste cose. Il mio capo vuole vendermi il negozio".
"O sì?"
Marty spiega che il suo capo vuole trasferirsi in California in modo che lui e sua moglie possano essere vicini alla loro figlia sposata. "Quindi vuole vendermi il suo negozio. Beh, vuole che io anticipi $5,000. Anche se penso di poter scendere a quattro".
Da fuori campo, Virginia chiama suo marito: "Tommy!?"
Tommy dice: "Guarda Marty, ti faccio una proposta. Devo correre adesso. Ci vediamo domani alla messa e dopo ci sediamo e discutiamo di tutto. Sembra una buona proposta".
"Va bene. Perché vuole una risposta entro lunedì".
"Oh, certo", dice Tommy.
Tommy si alza per andarsene, ma torna indietro, dicendo: "Oh, Marty, faremo un accordo su mia madre perché voglio pagarti".
"Oh, no", Marty alza la mano in aria, respingendo l'idea.
"No, ascolta, voglio pagarti".
"Tommy!" Virginia chiama con insistenza dall'altra stanza.
Mentre Tommy la raggiunge in cucina, Virginia saluta ringraziando di nuovo Marty. Lui le grida il suo saluto.
Per la prima volta vediamo un pizzico di felicità sulla sua faccia.
Marty è rimasto solo con i suoi pensieri, le sue braccia muscolose appoggiate sulla tovaglia, la sua faccia un punto luminoso nella stanza buia. La sua vita sta per cambiare.
FINE PARTE I
Here is the link for Parte II of this cineracconto. Vertigo grammar exercises about the film have been posted at the bottom of Parte VII. Subscribe to receive a weekly email newsletter with links to all our new posts.
GLOSSARIO
stava accadendo (accadere) – [things] were happening
non ti agitare! (agitarsi) – don’t get excited, upset!
sto allevando (allevare) – I’m raising [children]
alza (alzare) gli occhi al cielo – he rolls his eyes
l’angolo (o/i) – the corner, nook, spot
anticipi (anticipare) – I pay money down as a deposit, pay in advance (congiuntivo)
appartiene (appartenere) – he belongs to
un’assicurazione (e/i) sulla vita – a life insurance policy
avvolgerlo (avvolgere) – to wrap it
i baffi (o/i) – the moustache
il bancone (e/i) – the counter, the bar
la bilancia (ia/e) – the scale
borbottando (borbottare) – muttering
un borgo (go/ghi) – a village, small town
la cabina (a/e) del telefono – the phone booth
un camion (no change) – a truck
cautela – caution
la cella (a/e) frigorifera (a/e) – the walk-in refrigerator
chino (chinare) – bent (past participle as adjective)
ciondola (ciondolare) – he hangs around
consolarla (consolare) – to console (her)
il contabile (e/i) – the accountant
contante (e/i) – cash
un costruttore (e/i) – a contractor
una cravatta (a/e) – a tie
disposti (disporre) – arranged (past participle as adjective)
una dissolvenza (a/e) incrociata (a/e) – a dissolve (cinematic term: the end of one scene or shot blends into the beginning of another one)
estivi (o/a/i/e) – summer (adjective)
fa (fare) una panoramica (ca/che) – it [the movie camera] pans (cinema term, stationary camera rotates, normally across a horizontal area)
faremo (fare) loro uno squillo – we’ll give them a ring, a call
finiamo (finire) – we wind up, end up
il fratellino (o/i) – kid brother (‘kid sister’ is ‘sorellina’)
fuori campo – off-screen
il gancio (cio/ci) – the hook
gocce (ccia/cce) – drops
i gomiti (o/i) – the elbows
un grembiule (e/i) – an apron
imbarazzo – embarrassment
si imbroncia (imbronciarsi) – he frowns
impassibile – impassive, blank
l'ho lanciata (lanciare) – I threw it
lattine (a/e) – cans
il lavandino (o/i) – the sink
libbre (a/e) – pounds
un litigio (io/i) – a fight, argument
la macchina (a/e) da presa – the movie camera
il macellaio (aio/aia/ai/aie) – the butcher
una macelleria (ia/ie) – a butcher shop
magliette (a/e) – T-shirts
magra (o/a/i/e) – skinny
le maniche (ca/che) – the sleeves
maschi (io/i) – male
la messa (a/e) – the mass (religious service)
muscolose (o/a/i/e) – brawny
ordinatamente – neatly, tidily
pacata (o/a/i/e) – quiet
una pacca (cca/cche) – a pat
una panca (ca/che) – a booth (restaurant seating)
piano – softly
un pizzico (co/chi) – a hint, pinch
porgerle (porgere) – to hand [something to someone]
non ne posso (potere) più – I can’t stand it anymore
si precipita (precipitarsi) – she rushes, hustles
un quarto (o/i) di manzo – a quarter of beef
rassegnazione – resignation
il registratore (e/i) di cassa – the cash register
respingendo (respingere) – dismissing, rejecting
restare in zona – to stick around
riattacca (riattaccare) – she hangs up [the phone]
si rimettono (rimettersi) – they go back to [doing something]
abbiamo rimorchiato (rimorchiare) – we picked up [a person or people for a date or for sex]
ha rinunciato (rinunciare) – he’s given up
un ritratto (o/i) – a portrait
una rivista (a/e) sexy – a girlie magazine
rovinare – to ruin
scapolo (o/i) – bachelor
scarica (scaricare) – he unloads
scettico (o/a/i/e) – skeptical
una scocciatura (a/e) – a drag, nuisance
scoraggiano (scoraggiare) – they discourage
scuotendo (scuotere) – shaking
singhiozzare – to sob
solo (o/a/i/e) – lonely
sorseggiano (sorseggiare) – they sip
un sospiro (o/i) – a sigh
spalla (a/e) – shoulder
si sporge (sporgersi) – she leans
spreco (sprecare) – I waste
uno strofinaccio (ccio/cci) – a dish towel
suocera (a/e) – mother-in-law
sventole (a/e) – attractive women (slang) (literally, it means “a slap”)
tipi (o/a/i/e) – guys
tira (tirare) un sospiro (o/i) di sollievo – she breathes a sigh of relief
mi toglie (togliersi) un peso – it takes a load off my mind
tormentandosi (tormentarsi) – fidgeting
la tovaglia (ia/ie) – the tablecloth
trasferirsi – to move (change living location)
tuta (a/e) da lavoro – work uniform
dovresti vergognarti (vergognarsi) – you should be ashamed
versare – to pour
viene (venire) fuori che – it turns out
vivace (e/i) – bustling, lively